Biografia

Abelardo Zucchi (1894-1979) eseguì il suo lavoro di artista, cromista, paesaggista, grafico industriale con invidiabile dedizione e passione e volutamente, per motivi caratteriali, egli non si inserì mai a pieno negli ambienti artistici per diventare famoso o per trarne notorietà.

Figura poliedrica e dai numerosi talenti, tecnicamente si potrebbe definire un classicista, per la sua ricerca di bellezza ideale espressa tramite l’ordine, l’armonia, equilibrio e proporzione. Il genere in cui egli si sente comunque più libero è senza dubbio il Paesaggio, in particolare il paesaggio dal vivo.

Egli, dotandosi di cavalletto portatile e sgabello, durante le passeggiate o le escursioni in montagna si fermava a dipingere all’aperto per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare, cogliendo, da cromista appunto, la vera essenza delle cose nelle sfumature di alberi, boschi, fiori, case di montagna, paesaggi innevati o scorci marini. Il paesaggio dal vivo che oggi chiameremo all’inglese, live painting.

La maggior parte dei paesaggi da lui dipinti riguardano zone del Piemonte e la provincia di Torino, la zona del Canavese, ma anche la Val Chisone.

E’ proprio la Val Chisone che il pittore ama particolarmente, soprattutto per le sue aree montane. Ricordiamo i paesaggi eseguiti nella zona di Roure ad esempio in Frazione Villaretto.

Ai paesaggi piemontesi si aggiungono quelli realizzati in Liguria, soprattutto nella provincia di Imperia.

Un’artista che è sempre rimasto nell’ombra ma che ha sempre per tutta la vita servito l’arte con passione e con dedizione.

Zucchi Abelardo nasce a Torino in Corso Oporto (poi chiamato Matteotti) n°13/15 il 13 giugno 1894 da famiglia povera.
La madre, Albina Sella da sola provvede al mantenimento del figlio.

La famiglia materna di Zucchi è originaria di Biella. Sono state proprio la madre Albina Sella e la nonna Carolina Magliola a indirizzarlo verso gli studi artistici e a inserirlo negli ambienti lavorativi artistici e grafico-pubblicitari presenti a Torino in quegli anni.

All’età di 12 anni, appena finita la classe V elementare, Mallewein di Klagenfurt, direttore tecnico dello stabilimento De Paolini Matossi di Torino, lo impiega alla macchina da stampa.

Nel 1914 Abelardo Zucchi trova impiego presso la ditta Metalgraf, anch’essa, come la “Litografia e Manifattura De Paolini, Matossi e C.”, specializzata nella stampa su scatole alimentari in latta.
Nello stesso anno l’attività lavorativa presso la ditta Metalgraf, da poco iniziata, viene subito interrotta.

A causa dell’arruolamento nell’esercito è costretto a trasferirsi a Livorno nel Com. Divisione 16°.
Nel 1919 Abelardo Zucchi lascia Caporetto per il ritorno a casa, gli è stato concesso Il congedo per opere di pace il 15 gennaio, dopo 50 mesi di vita militare e una tremenda guerra.

Un anno dopo, nel 1920, cominceranno i primi lavori presso l’Atelier Butteri di Torino (Società Anonima Atelier Butteri) , specializzata in arti grafiche e nella stampa di manifesti cinematografici e pubblicitari.

In concomitanza egli frequenterà la Scuola Gatti di Via Po a Torino e compirà parecchi viaggi a Milano per piccoli lavori e disegni litografici per le ditte Brianza, Annoni e Secchi in Rione Ticinese.

Nel 1921 viene assunto a pieno titolo dall’Atelier Butteri, allora in via Mantova 45, con uno stipendio di 160 lire settimanali. L’attività principale di Zucchi è la realizzazione di bozzetti e manifesti per film muti dell’epoca o per pubblicizzazione di attività commerciali.

Nel 1924 si iscrive all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, frequentandone i corsi serali dal 1924 al 1930 circa e riuscendo a coniugare il lavoro diurno all’ Atelier Butteri.
Abelardo Zucchi, dopo 8 anni di lavoro, terminerà di collaborare con l’azienda nel maggio del 1928 a causa di un grave fallimento che l’Atelier Butteri di Torino subì.

Lo stesso anno di chiusura dell’Atelier Butteri (1928) Abelardo Zucchi viene assunto dalla Ditta Pozzo Gros-Monti, (Gros Monti & C. di Torino) in qualità di cromista per i manifesti. Zucchi realizza oltre ai già descritti manifesti cinematografici, molte pubblicità alla Gros Monti & C. di Torino, anch’esse non autografate.

Il lavoro alla Gros Monti ha consentito a Zucchi di acquistarsi nel 1933 l’auto Fiat tipo 509 (di Lire 5250), vettura numero 71. Non in molti avrebbero potuto permettersi un’auto in quegli anni e Zucchi prese la patente (Lire 80), ricevette il libretto per la licenza n auto e fece il contratto con l’assicurazione la Preservatrice (Lire 439), potendo usare così l’auto tra il giugno/luglio del 1943 nelle campagne di Rivara in Canavese e paesini limitrofi (Camagna, Pertusio). Venduta nel 1936, nel 1937 cambiò la Fiat tipo 509 per la Fiat 1100 (Totale spesa Lire 20.030).

Alla Gros Monti & C. Abelardo Zucchi lavorerà per 14 anni, dal 1928 al 1942, anno in cui la stessa venne incendiata e distrutta a seguito dei bombardamenti avvenuti alla città di Torino. In 14 anni di impiego egli ha contribuito attivamente alla realtà grafica torinese. Alla chiusura della Gros Monti, Torino non offriva più possibilità lavorative.

Attraverso l’Ufficio di Collocamento Abelardo Zucchi venne infine assunto nel 1943 in qualità di disegnatore litografo nello stabilimento IGAP (Impresa Generale Affissioni Pubblicità), in Via D’Ara Coeli 13 a Roma.

Nell’ottobre del 1943, dopo 10 mesi di impiego alla IGAP, avvenne il ritorno a Torino.
Egli trovò occupazione alla fine della guerra presso la Fotolito CTM.

Zucchi lavorerà alla Fotolito CTM dal 1944 al 1964, avendo raggiunto il limite di età per percepire la pensione, anche se negli anni successivi saranno ancora molti i lavori che la stessa ditta gli commissionerà, nonostante l’interruzione formale del rapporto lavorativo.

Privatamente continuò ad eseguire ritratti, quadri e paesaggi dal vivo, commissionati da conoscenti e non.

Zucchi si spense nel 1979.

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